Il nonno ferruccio
È merito di mio nonno Ferruccio se stai leggendo quest'articolo, merito suo e della sua passione per il golf. Sovente, il nonno, scendeva giù in pianura per andare a fare due tiri ai campi delle “Betulle”. Da quando avevo più o meno una decina di anni, da bravo nipotino accompagnavo sempre il nonno ai campi.
Il nonno mi aveva dato l’importantissimo incarico di portare in giro il trolley con le sue mazze. Lui stava ormai diventando vecchiotto e diceva che gli iniziavano a pesare troppo. Io ero sempre contentissimo di andare con lui. Mi stupivano sempre quei bei prati color smeraldo tagliati alla perfezione. In più, per pranzo si andava sempre a un ristorante che aveva un buffet a dir poco infinito.
Golf mancino
Fu così che anch’io cominciai ad interessarmi al golf. Il nonno spesso e volentieri si metteva a fare due tiri nel suo giardino. Così quando sentivo dal balcone di casa lo schioccare dei colpi della mazza sulle palline, andavo sempre a salutare il nonno e a vederlo giocare. Che divertente era cercare le palline che finivano lontane lontane. Alle volte, rimbalzando, si andavano a nascondere tra le foglie degli alberi, o tra le pietre della parete di roccia viva che costeggia il giardino del nonno.
Fu così che un bel giorno, mi diede in mano una mazza e mi propose di provare a fare un tiro. Istintivamente presi la mazza così come la sentivo più comoda e provai a tirare alla meglio. Una spessa zolla di terra ed erba volò per aria. E avanti così fino a scavare un fosso attorno al colorato pezzettino di legno che sosteneva la bianca sferetta.
Un giorno il nonno, fumando il suo sigaro toscano, si offrì di insegnarmi la tecnica. La prima cosa che mi disse fu:
Mattia, non si impugna così la mazza. Hai messo le mani al contrario!
Dopo una spiegazione dettagliata su come il pollicione della mano sinistra dovesse essere impugnato dalla mano destra e dopo avermi spiegato per filo e per segno tutta la tecnica, niente di niente. Zolle su zolle continuavano a volare libere per il giardino del nonno.
Non c’era verso, non riuscivo ad impugnare bene quella benedettissima mazza. Insomma prima di darmi per vinto, mi dissi che sarebbe valsa la pena provare ad ignorare le istruzioni del nonno e fare di testa mia. Iniziai ad impugnare la mazza come avevo fatto in principio e a fare lo swing dalla parte sbagliata. E finalmente per la prima volta, fu la pallina a spiccare il volo.
Scoprire di essere ambidestro
Da quel giorno il nonno iniziò a sostenere che suo nipote, in verità, era ambidestro. Quest'idea, mi accompagnò per tutta l'adolescenza, ronzandomi in testa.
Verso i sedici anni, durante un dettato estremamente noioso, decisi di fare buon uso di quel tempo che a me sembrava palesemente sprecato e iniziai a scrivere con la mano sinistra. Almeno così la cosa si faceva un po’ meno noiosa e ripetitiva.
All'inizio mi era difficile tenere il ritmo e la mia calligrafia lasciava abbastanza a desiderare. Ma a poco a poco, dettato dopo dettato, iniziai a vedere i primi progressi. Sentivo la mia mano rispondere sempre meglio e dopo circa un paio di settimane iniziai a scrivere veloce e con scioltezza.
Ormai mettermi a scrivere con la mano sinistra durante le lezioni noiose era diventato il mio passatempo preferito. Prendevo appunti con la sinistra. Provavo a disegnare e a fare linee rette. Vedevo che miglioravo giorno dopo giorno e mi sentivo orgogliosissimo di poter pavoneggiare la mia nuova abilità a casa del nonno, che puntualmente ricordava come lui avesse sempre saputo che io fossi ambidestro.
Firmare (anche) con la sinistra
Da allora iniziai a scrivere sempre una pagina per mano, indipendentemente da quello che era.
Dopo aver perfezionato la scrittura, la mia mano sinistra fremeva per fare di più. Iniziai a provare a fare tutto con entrambe le mani. Cose di tutti i giorni, come farsi la barba o lavarsi i denti. Cose anche banali come pelare le patate. Tutto diventava una divertente sfida. La mia mano sinistra voleva dimostrare che non era da meno e che poteva fare tutto perfettamente o magari anche meglio della sua compagna.
Ad oggi, dopo una decina di anni di pratica, non posso neanche più firmare il mio nome senza usare la sinistra! Nome con la sinistra, cognome con la destra.
Se pensi che anche tu potresti essere ambidestro, dovresti iniziare a esprimere il potenziale nascosto della tua mano non dominante. Eccoti qui un articolo per aiutarti a sviluppare questa tua abilità.